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Già un secolo fa, in un'Italia alle prese con la prova della Grande guerra, lo storico Gioacchino Volpe, autore anche di articoli per i quotidiani milanesi, si chiedeva quale funzione politico-culturale potessero svolgere il passato e la sua narrazione nel turbinio del presente, e quale potesse essere il ruolo sociale dei giornalisti/storici e degli storici professionisti. Quello tra storia e giornalismo è infatti un rapporto che non è mai stato facile. Oggi quella relazione si è ulteriormente complicata; ma sembra che la storia, ormai onnipresente, abbia trionfato. Scuola di complessità o semplice intrattenimento, adesso la storia si offre come un ingrediente essenziale della comunicazione pubblica. E dalle pagine culturali alle cronache politiche, dall'istituzione di un canale Rai interamente dedicato alla musa Clio alle molte società che si occupano della costruzione di eventi di sapore storico, almeno in apparenza il passato sembra dominare l'orizzonte culturale degli italiani. Ma è davvero così?